Ndour esclusivo: “Il mio idolo gioca nella Juve. L’Europeo? Si vince così”

È la finale del riscatto. Quella che potrebbe cambiare l’epilogo di una stagione giovanile azzurra comunque esaltante al netto del flop dell’U21: l’Under 17 è uscita ai gironi della fase finale dell’Europeo per un curioso incrocio di risultati, l’Under 20 è tornata dal Mondiale con la medaglia d’argento al collo e l’Under 19 di Alberto Bollini, stasera in campo contro il Portogallo per il titolo (ore 21, diretta Rai3), male che vada si sarà spinta a un passo dal sogno, portando a 5 il numero di finali raggiunte dal Club Italia dal 2018 a oggi. C’è stato anche il Covid di mezzo, a volerla dire tutta. Se poi da questo bacino escono talenti come Cher Ndour, colosso di 190 cm figlio di papà senegalese e madre bresciana, allora il futuro può farci sorridere. Ndour ha lasciato casa e l’oratorio di San Giacomo a 15 anni, per volare al Benfica. Pochi giorni fa è arrivata l’ufficialità del trasferimento al Psg, terzo italiano dopo Donnarumma e Verratti.

Tutte le news sull’Italia Under 19

Ndour, partiamo da qui?

“Sono nel club migliore del mondo ed è un grande onore per me. Mi hanno cercato, mi hanno voluto, io ho promesso che sarei andato a Parigi da campione d’Europa. Manca solo l’ultimo passo. Al Psg posso continuare a crescere con l’aiuto di grandissimi calciatori. Non vedo l’ora”.

Stasera, ore 21 a Malta (diretta Rai3), c’è Italia-Portogallo. Come ci arrivate?

“Con un fantastico 3-2 alla Spagna, in una partita fatta di tante cose belle nella quale abbiamo dimostrato di non essere secondi a nessuno”.

Lei non c’era per squalifica. Da fuori quanto ha sofferto?

“Terribilmente. Quando sei in tribuna il tempo non passa mai. I miei compagni sono stati grandi”.

Nel girone il Portogallo ha battuto l’Italia per 5-1. Partiamo sfavoriti?

“Non credo. È stata una partita maledetta, condizionata anche dall’espulsione. Possiamo scrivere la storia, tra di noi ce lo siamo sempre detto. Abbiamo lottato tantissimo per essere qui, soffrendo nella prima fase, eliminando Belgio e Germania nella seconda, passando il girone e poi superando la Spagna candidata numero uno alla vittoria”.

Alcuni si aspettano dall’Italia una partita difensiva.

“Mai. Noi giochiamo sempre all’attacco. È una finale, un’occasione pazzesca, vogliamo dominare la partita. Entreremo in campo per dare tutto, fin dall’inizio”.

Lei ha trascorso tre anni al Benfica, i portoghesi li conosce bene.

«Con molti di loro sono amico, in particolare coi tre ragazzi che sono stati con me al Benfica: Nuno Felix, Diogo Prioste e Hugo Felix. Hanno tanti grandi calciatori, sono bravissimi a palleggiare. Noi dobbiamo impedirgli di farlo. Servirà concentrazione e aggressività»

Guardando i risultati delle nazionali giovanili, si ha la sensazione che fino all’U20 l’Italia può giocarsela alla pari con tutti. Poi i nostri giovani non trovano più spazio, e già in U21 c’è un dislivello. Che idea si è fatto?

«Di sicuro il talento c’è. Altrimenti non avremmo fatto una finale dell’Europeo U19 e una al Mondiale U20. I giovani giocano poco nei top club, quello è vero. Penso che un’idea possa essere seguire la strada della Juve e anche di recente dell’Atalanta: avere una squadra U23 in un campionato competitivo come può essere la Serie C o addirittura la Serie B, anziché mandarli in prestito e rischiare che si perdano».

Lei è stato coraggioso.

«Ho lasciato casa a 15 anni. Ma ero molto determinato»

Rifarebbe la stessa scelta?

«Certamente sì, il Benfica è un club eccezionale con i giovani. Sono cresciuto molto sia dal punto di vista calcistico sia umano».

Molti intravedono per Ndour la stessa strada percorsa da Tonali: da Brescia alla Nazionale.

«Sandro è un grande, e farà benissimo anche in Premier. Magari in futuro possiamo giocare contro, oppure vestire insieme la maglia della Nazionale. Io sento la fiducia dello staff azzurro, lui è già lanciato e per me è un esempio. Mi ricordo quando ero bambino e a Brescia si parlava solo di lui».

Ce l’ha un idolo?

«Cristiano Ronaldo, anche perché da bambino giocavo esterno o punta. Poi mister Valenti mi ha spostato a centrocampo. Ora mi ispiro a Pogba, per caratteristiche posso fare quel tipo di calcio e mi piace fare tutti i ruoli del centrocampo».


Precedente Cuore a Londra, gol a Reims: chi è Balogun, il bomber salvato da Henry Successivo Juve, Pogba non-stop: l'allenamento intensivo sulla sabbia